




FUI PADRE
Ma ebbi per te viscere di madre
figlia mia
dal primo istante che ti vidi
emergere nel tempo
oltre il vetro dell’incubatrice.
L’orologio segnava le 10 e 10:
tu eri nata da mezz’ora
e i miei occhi ti vedevano
come all’inizio del mondo.
Piangevi e ridevi
in uno spasimo,
epifania di carne
giunta a farmi rinascere.
Non sarei stato più
quello che ero.
“Hai notato quanto ti somiglia?”
“Che bellezza!” “Che felicità!”
Uscii dalla nursery
e alzai lo sguardo al cielo.
Tremolava tutto come un mare.
Era un mattino azzurro di novembre.
Riconobbi le mie lacrime lassù
unite allo splendore della luce
che pioveva amore
e mi rendeva figlio di mia figlia
ora e sempre
nel mistero dell’eternità.
Marco Onofrio